11 Giu … Altro che disabilitá! Le educatrici di tre rsa e comunità alloggio raccontano la sfida dell’emergenza Covid-19
“Per noi che abbiamo sempre incentivato l’apertura all’esterno, questo lockdown è stata una bella sfida. Certo, inizialmente ci ha lasciate proprio di stucco, ma dopo un primo senso di disorientamento le nostre strutture non hanno perso di vista la loro mission: garantire il benessere e l’inclusione delle persone ospitate all’interno. Per farlo è servito un grande sforzo, quello di reinventarsi all’istante, perché a causa della minaccia del Coronavirus, da un giorno all’altro abitudini radicate sono venute meno. La quotidianità dei nostri ospiti, le piccole cose che per loro erano Vita, improvvisamente vengono sospese.
Nelle due Comunità, Ca’ delle Rose di Mogliano e Il Bambù di Spresiano, improvvisamente non si può uscire, basta caffè al bar, niente gioco delle bocce… La spesa? Solo l’operatore… e anche di corsa. Abitudini, progettualità, incontri e attività sono andati in stand by e con questo abbiamo provato anche una sensazione di smarrimento…
Niente più volontari, niente persone esterne a portare aria di novità, niente più visite, niente familiari. Ma che cattivi questi operatori!!
Abbiamo provato a spiegare cosa sta succedendo in questo periodo, che questo male invisibile non ha colpito solo loro, ma tutti… Non usiamo le mascherine per nascondere il nostro sorriso, ma per proteggere la loro fragilità.”
Sono le parole estratte da una riflessione che racconta la vita delle strutture durante il Covid-19 scritta a sei mani dalle educatrici Anna Santalena della Comunità alloggio “Il Bambù” di Spresiano, Elisa Daniotti della Rsa “Noi con Voi” di Mogliano Veneto, e Francesca Dotto della Comunità alloggio “Ca’ delle Rose” Mogliano Veneto. In allegato il testo completo.
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